Hegel: pensatore geniale o geniale imbroglione?

Mi piacerebbe aprire una discussione sul valore della filosofia hegeliana prendendo come spunto le seguenti citazioni dalla Fenomenologia dello spirito.

"Il signore è la coscienza essente per se. Non si tratta più soltanto del concetto della coscienza essente-per-sé, bensì della coscienza che è per sé in quanto mediata con sé da un altra coscienza; e all'essenza di quell'altra coscienza appartiene l'essere sintetizzata con un essere autonomo, cioè con la cosalità in generale".

"Tale coscienza deve pertanto innalzare all'assoluto divenir-uno il rapporto inizialmente esteriore verso quell'intrasmutabile figurato, come fosse un'effettualità estranea. Il movimento nel quale la coscienza inessenziale si adopera a raggiungere questo esser-uno è un triplice movimento, secondo la triplice relazione che essa assumerà in rapporto al suo al di là che ha forma e figura: in primo luogo come coscienza pura, poi come essenza singola, comportantesi verso la effettualità come appetito e lavoro, e in terzo luogo come coscienza del suo essere-per-sé."

"Il rapporto del quale si è qui sopra discusso, dell'organico con la natura degli elementi, non esprime l'essenza dell'organico stesso; questa essenza è invece contenuta nel concetto finalistico. Invero a questa coscienza osservativa quel concetto non è l'essenza propria dell'organico; anzi, a quella coscienza medesima il concetto cade fuori dell'essenza, e quindi è poi soltanto quell'estrinseco rapporto teleologico. Solamente, l'organico come testé fu determinato è esso stesso proprio il fine reale; infatti, poiché l'organico "conserva se stesso" pur nel rapporto ad Altro, esso viene appunto ad essere quella naturale essenza in cui la natura si riflette nel concetto, e in cui i momenti di causa e di effetto, di attivo e di passivo, che nella necessità sono posti l'uno di fronte all'altro, vengono contratti in unità."

Schopenhauer fu uno dei pochi che osarono disprezzare Hegel apertamente, qualificandolo, tra l'altro, come "sciupatore di carta, di tempo e di cervelli".

Nigel Warburton racconta: "Hegel ebbe molti ammiratori: Arthur Schopenhauer non era uno di loro. Anzi, pensava che Hegel non fosse neppure un filosofo, perché gli mancavano, secondo lui, serietà e sincerità nell'approccio alla materia. Per quanto lo riguardava, la filosofia di Hegel era una stupidaggine. Hegel, per parte sua, definì Schopenhauer «ripugnante e ignorante»".

Voi che ne pensate? Io sto dalla parte di Schopenhauer.
Categorie: Filosofia
Da Il mondo visto da me (2019-01-04)